La fiaba degli zoccoli d’oro
In un villaggio lungo il fiume viveva un pescatore, vedovo, con la sua figlioletta di nome Salima. Il papà amava moltissimo la sua bambina e non voleva prendere moglie, anche se, una vicina di casa, anch’essa vedova con una figlia di nome Amira, glielo aveva proposto più volte. “Le matrigne non amano le figlie del marito”, si ripeteva spesso. Ma fu la Salima che un giorno vedendolo rattristato gli disse “Prendila in moglie. Io e sua figlia diventeremo buone amiche e vedrai che tutto andrà bene”. E così i due si sposarono, ma le cose andarono subito male per Salima. La madre le faceva fare i lavori più pesanti e più umili, le faceva mangiare gli avanzi della tavola e indossava i vestiti lisi e vecchi che la sorellastra non voleva più. Nonostante ciò, Salima appariva bellissima e riusciva a cavarsela in ogni situazione mentre Amira era magra, sgraziata e impacciata nei movimenti. Tra i compiti di Salima vi era anche quello di andare al fiume a prendere ogni sera i pesci che il padre aveva pescato. Una sera che stava portando a casa il cesto con i pesci, si sentì implorare da un pesciolino rosso “Lasciami andare, liberami e ti sarò amica per sempre”. La bambina commossa lo riportò al fiume. Il pesciolino, prima di sparire nell’acqua, le disse “Quando avrai bisogno di protezione, chiamami e io ti aiuterò”. Tornata a casa, raccontò di aver perso un pesciolino per strada e la matrigna arrabbiata la mandò a cercarlo nel buio. Salima piangendo si sedette sulla riva del fiume e chiamò il pesciolino che le diede una moneta d’oro dicendole “Di’ a tua madre che invece del pesciolino hai trovato questa e vedrai che si calmerà”. Così fu.
Passarono gli anni, le due bambine erano diventate due ragazze, e la vita per Salima non era cambiata in meglio, appariva comunque sempre più bella, mentre Amira era sempre più sgraziata nonostante le cure premurose della madre.
Un giorno la regina di quel paese diede una grande festa nella reggia sperando che il giovane principe, in età di sposarsi, trovasse la bella che gli rapisse il cuore. Tutte le ragazze di quel paese e le loro madri furono molto indaffarate per molti giorni per prepararsi al meglio, con i vestiti migliori e con le acconciature più . Molto henné fu consumato in quei giorni per farsi più belli i capelli e per decorarsi le mani, le braccia e i piedi. Naturalmente Salima quel giorno fu lasciata a casa, mentre Amira con la madre salì nella grande reggia. La ragazza triste andò a sedersi lungo il fiume e cominciò a piangere. I suoi singhiozzi furono uditi dal pesciolino che porgendole un fagotto la consolò “Vai anche tu alla festa, ma ricordati di tornare a casa prima della tua matrigna”.
Salima dentro il fagotto trovò un vestito di seta bellissimo e molti veli e un diadema da mettere nei capelli e un paio di zoccoletti dorati. Indossò tutto in fretta e corse al palazzo reale allorché la festa era al suo culmine. Quando entrò tutti gli sguardi si volsero verso di lei e tutti si chiedevano chi fosse e come si chiamasse quella bella ragazza. Fu al centro dell’attenzione tutta la serata e anche il principe non ebbe occhi che per lei. La matrigna vedendola si diceva tra sé, “Oh grande Allah, come assomiglia a Salima quella principessa! Se non sapessi di averla lasciata a casa a pulire il forno…”
Quando, durante la festa Salima vide la sua matrigna dirigersi verso l’uscita, lasciando tutti di sasso scappò via, ma attraversando un ponte uno zoccoletto andò a finire in acqua. Non aveva tempo per cercarlo, così corse a casa, si rivestì dei suoi soliti panni nascondendo le ricche vesti e quando la matrigna entrò, la vide intenta a scopare la cucina.
Il giorno dopo il principe, costernato, non si dava pace: chiedeva a tutti di quella favolosa ragazza, ma nessuno sapeva dargli indicazioni utili. Mentre a cavallo si aggirava attorno al castello in cerca di qualche segno, il suo purosangue, avvicinatosi al ruscello per bere si mise a nitrire. Il principe scoprì subito la causa: era lo zoccoletto d’oro. La regina, per consolare il giovane principe sempre più afflitto e disperato, si fece dare lo zoccolo e passò da tutte le case per far provare lo zoccoletto a tutte le ragazze del paese: ma non ebbe fortuna. Non rimaneva che provarlo alle ragazze del villaggio dei pescatori, anche se era improbabile che la bella ragazza venisse da lì. A questa notizia tutte le ragazze si prepararono al meglio e anche la matrigna preparò la figlia e nascose Salima nella dispensa.
La regina passò e dopo aver provato inutilmente lo zoccolo ad Amira, stava andando via, quando un pappagallo gli volò sulle spalle dicendole “guarda in dispensa, guarda in dispensa”. Così fece e trovò la bella Salima, a cui subito calzò perfettamente lo zoccolo dorato. Andò dalla madre e le disse “prepara per domani questa tua figlia perché verranno i messi del re a prenderla. La porteranno alla reggia dove si sposerà col principe”.
La matrigna invidiosa andò dallo speziale del villaggio per farsi dare degli unguenti puzzolenti che avrebbero fatto diventare il viso di Salima tutto butterato e i suoi capelli aridi e appiccicosi. La preparò così per il giorno dopo e la consegnò ai cavalieri del re, convinta che di lì a poco l’avrebbero riportata indietro. Non fu così. Salima era più bella che mai e lo sposalizio fu incantevole e tutti lo ricordano ancora. Era presente anche il figlio di un ricco mercante che saputo che Salima aveva una sorella, andò dalla madre e la chiese in sposa dandole una ricca ricompensa. La matrigna, visto l’esito che aveva avuto l’unguento con la figliastra, pensò di preparare la figlia così come aveva fatto con Salima. Lo speziale le approntò la crema ancora più concentrata con la quale la madre preparò la figlia. Il giorno dopo quando arrivò il mercante e alzò il velo vide uno spettacolo orribile e il puzzo che si diffondeva era nauseabondo. Montò sul cavallo e ancora sta fuggendo lontano da quel villaggio di pescatori.
- Fiaberella