Il brigante

C’era una volta,

in un paese un caffettiere che aveva tre figlie.

Un giorno di festa, mentre le portava a passeggio, gli si avvicinò un signore ben vestito che li seguì per tutto il tempo della passeggiata.

Quando furono tornati a casa, il signorotto entrò nella caffetteria, e chiese al padre: “Sentite, io avrei bisogno di chiedervi un gran favore. Vorrei che mi deste in sposa vostra figlia maggiore. Siccome io sono un gran signore, state pur certo che non le mancherà niente.”

Il padre, siccome sentì che quello si sarebbe portato la moglie lontano, non voleva acconsentire.

Ma quando la figlia lo venne a sapere, vedendolo, le piacque, e allora l’accordo fu concluso.

Dunque, il gran signore si sposò con la figlia del caffettiere, e come era stato convenuto, la condusse con sé fuori dal paese.

Dopo che ebbero camminato per un bel pezzo, trovarono una casa in mezzo alla campagna; il marito si fermò e disse: “Ecco, siamo arrivati.”

E la moglie: “Ma come, sarebbe questa, casa tua? Mi avevi detto di essere tanto ricco!”

E quello rispose: “Sappi, mia cara, che io sono un capo brigante che accoppa i cristiani come tante mosche.”

Poi la portò in giro, e le fece vedere tutte le camere; fra questa, ce n’era una piena di morti.

Disse il brigante: “Vedi questi morti? Sappi che li ho ammazzati tutti io, e tu, se non vuoi far la stessa fine, dovrai fare quello che ti dico. La sera, dovrai aspettarmi in piedi fino al mio rientro. Appena sentirai un fischio da lontano, dovrai aprirmi subito la porta, e se mi sentirai fischiare forte forte, vorrà dire che sto trasportando l’ammazzato; allora dovrai aprire, in modo che quando arriverò a casa troverò la porta spalancata.”

Quella poveretta, impallidita come un cencio, non riusciva più a parlare e faceva cenno con la testa.

Infatti, la mattina dopo, il brigante uscì di casa e non si fece vedere più per tutto il giorno.

Aspetta, aspetta, intanto si stava facendo buio, ma non si vedeva ancora.

Suonò la mezzanotte, poi l’una, poi le due, poi, le tre; ma niente.

A quel punto, la moglie, si lasciò sorprendere dal sonno e s’addormentò.

Quando il brigante arrivò a casa, cominciò a fischiare ripetutamente, ma niente, la porta non si apriva; allora, arrabbiato come un cane, diede un calcio alla porta, sfondandola, ed entrò in casa bestemmiando come un turco, e, nel vedere la moglie che dormiva, brandì un coltello e la scannò come un capretto.

Poi l’afferrò, se la prese in spalla, e la sbatté nella camera dei morti. Poi se ne andò a letto.

La mattina, appena alzato, indossò di nuovo gli abiti da signore e andò al paese della moglie.

Entrò dal suocero, e gli disse: “Per piacere, mi usereste la cortesia di mandare anche la secondogenita a casa mia, da mia moglie? Siccome si è ammalata e io (indaffarato come sono a seguire i miei affari) non la posso assistere, mi farebbe piacere se le stesse vicino sua sorella a farle compagnia.”

Il padre chiamò la figlia mezzana e le spiegò la situazione.

Quella, per la gran contentezza di rivedere la sorella, non se lo fece ripetere due volte, e partì subito col cognato.

Cammina, cammina, eccoli arrivare a casa del brigante.

Entrarono, e il brigante disse: “Sappi che io sono così e così; e se tu non farai come voglio io, andrai a tenere compagnia a tua sorella.”

Poi la prese, la portò in giro per tutte le stanze, e le mostrò lo stanzino dei cadaveri, dove c’era anche il corpo di sua sorella. Immaginatevi, dunque, come ci rimase la poveretta!

Diventò bianca come un lenzuolo, perciò gli promise che avrebbe fatto tutto quello che voleva.

Il brigante, infatti, uscì di casa e ritornò come al solito verso le cinque del mattino.

La cognata lo aspettò alzata, e quando sentì fischiare, gli aprì la porta.

Quello entrò e disse: “Oh, brava! Menomale che non sei come tua sorella.”

Detto questo, se ne andarono a letto, e la prima notte passò così.

La seconda, però, a forza di aspettare, la ragazza si buttò sul letto e alla fine si addormentò.

Quando il brigante rientrò, fischio più volte, ma, vedendo che la cognata non gli apriva, a un certo punto andò in collera, sfondò la porta, entrò in casa e scannò la ragazza; poi se la mise sulle spalle e la depositò nello stanzino del delitto, a far compagnia agli altri morti.

La mattina dopo, il brigante si rivestì di tutto punto, ed eccolo ritornare al paese del suocero.

Entrò nel locale, e gli chiese la cortesia di mandargli a casa anche la figlia minore, perché la sorella aveva esternato il desiderio di rivederla.

Il padre, per non dover restare da solo, non voleva mandarla affatto, ma quando la minore lo seppe, tanto fece e tanto disse, che dovette per forza lasciarla partire.

Così, il brigante e l’ultima cognata si misero in viaggio.

Quando arrivarono alla casa maledetta, quello le disse: “Sappi che le cose stanno così e così.”

E la portò allo stanzino della morte, a vedere le due sorelle ammazzate.

La poveretta, che si sentì straziare il cuore davanti a tanta infamia, fece finta di niente, ma tra sé e sé diceva: ‘Brutto assassino, questa me la paghi. ‘

Poi, disse al cognato: “Sai che cosa faccio? La sera, mentre ti aspetto, mi farò una strimpellata alla chitarra.”

Egli le disse: “Fà un pò come ti pare.”

E se ne andò.

La sera, puntuale, fischiò, e la cognata gli aprì.

La sera seguente, faceva lo stesso: egli fischiava ed ella gli apriva.

E così, il brigante ne fu tanto contento, che la prese a benvolere, e si lasciò andare a mostrarle un mucchio di segreti che teneva in casa, tra cui, due bottiglie di unguento: le spiegò che uno risanava subito le ferite, mentre l’altro resuscitava i morti.

Le disse persino dove teneva nascosti i tesori e i tanti quattrini che aveva accumulato a forza di commettere omicidi.

E intanto le cose proseguivano benissimo: la sera la fanciulla cantava e suonava la chitarra, fino a che lui non tornava a casa.

Ma facciamo un passo indietro.

Si dice che da quelle parti bazzicasse tutti i giorni un vecchietto che portava una cesta sulle spalle, in cui trasportava la bambagia da un paese all’altro.

Faceva quello come mestiere.

Un giorno la cognata del brigante lo chiamò e gli disse: “Mi fareste un piacere, buon uomo?”

“Dite pure.”

E lei: “Mettereste dentro alla cesta due donne morte, da portarvele a casa vostra per qualche tempo?”

Quello non ne voleva assolutamente sapere, e disse: “Che so’ matto? Ve lo immaginate che potrebbe farmi il capo brigante se mi incontrasse per la strada?”

E cominciò il tira e molla: ma la cognata del brigante unse le ruote al vecchio, e quello un giorno si caricò le due sorelle defunte nella cesta, le ricoprì per bene con la bambagia, e si diresse a casa sua.

Strada facendo però ci lasciò quasi le penne dal terrore, infatti, incontrò il capo brigante, il quale, nel vederlo, gli disse: “Ma che diavolo ci porti dentro a quella cesta, di così pesante?”

E il vecchio: “Ci porto la bambagia.”

“E portare una cesta di bambagia ti fa sudar tanto? Pensa un po’ se fosse tutta legna!”

E lo lasciò andare per conto suo.

Il povero vecchio, mezzo morto dalla paura, arrivò a casa e andò a nascondere le due povere morte in cantina, per paura che la giustizia lo scoprisse.

Il giorno seguente ripassò dalla cognata del brigante e le raccontò del pericolo scampato.

“Ringraziamo Iddio che non è successo niente. Ad ogni modo, venite ancora tra qualche giorno, che ho bisogno di un altro favore.”

“Beninteso, basta che non si tratti di trasportare un altro morto.”

“No, no” disse lei, “ve lo prometto.”

Il capo brigante, nel frattempo, continuava ad essere soddisfatto, perché le cose gli andavano bene; non si accorse neanche della sparizione delle due morte, poiché non si immaginava neanche lontanamente del piano che la giovane cognata stava tramando alle sue spalle.

Dopo un po di giorni si ripresentò il vecchio, e quella gli disse: “L’altra volta avete trasportato i morti, oggi lo farete con i vivi.”

E siccome il vecchio non capiva, gli disse che nella cesta ci si sarebbe messa lei stessa, ed egli sarebbe stato incaricato di portarla nello stesso posto in cui aveva depositato i corpi delle sorelle.

Ma il vecchio non volle sentire ragioni, tanta era il ricordo della paura provata, e puntò i piedi perché non voleva più rischiare di trovarsi nei guai col brigante; ma la ragazza lo lisciò per benino, facendogli gli occhi da cerbiatta, dicendo che non gli sarebbe accaduto niente.

Così, alla fine il vecchio accettò.

Allora la cognata del brigante frugò tra le stanze della casa, e si riempì le tasche di quattrini e di gioielli; prese con sé le bottiglie degli unguenti per curare le ferite e resuscitare i morti, le depose dentro alla cesta, si fece ricoprire interamente di bambagia, e via.

Cammina, cammina… mamma mia! Ecco che si presenta il capo brigante.

Il vecchio si sentì piegar le gambe dalla paura, e per poco non svenì; e siccome questa volta si trovava a portare un gran bel peso, con la ragazza nella cesta, con tutti i soldi, i gioielli e tutto il resto, si reggeva a stento in piedi, la qual cosa finì per dare nell’occhio al malvivente, il quale disse: “Ma è possibile che ‘sta bambagia pesi così tanto? Che ci porti, dentro alla cesta?”

E quello, con una voce che pareva provenire dall’oltretomba: “Come, cosa porto? Cosa vuoi che ci sia dentro? La bambagia, come al solito.”

Ma il brigante estrasse un pugnale e lo conficcò un mucchio di volte nella cesta. Quando vide che da dentro nessuno fiatava, lasciò il vecchio della bambagia e se ne andò per i fatti suoi.

Ora voi penserete che la cognata del brigante sia morta, dopo tutta quella raffica di stilettate, vero?

Ma neanche per sogno.

Lei, senza fiatare, prese in mano la bottiglietta, e si cosparse di volta in volta le ferite con l’unguento, e quelle si cicatrizzavano all’istante.

Una volta arrivati a casa del vecchio, la ragazza andò in cantina, ed unse ben bene le sorelle con l’unguento miracoloso, così che esse resuscitarono in quattro e quattr’otto.

Appena furono resuscitate, fecero venire una carrozza, vi montarono sopra, e via, al galoppo, verso la casa paterna.

Il padre, nel rivederle tutte insieme, disse: “Come mai siete tornate tutte quante?”

Ed esse, così, e così, raccontarono tutto quel che avevano passato accanto a quel boia.

Però, dal momento che la minore si era portata dietro tutti quei quattrini, e siccome a questo mondo i guai subiti sono anche presto scordati, non pensarono ad altro che a divertirsi, a scialacquare e a far la bella vita, e a godersi tutta quella manna piovuta dal cielo.

Quella sera, quando il brigante tornò a casa, oltre a non trovare più la moglie, s’accorse che era stata fatta piazza pulita..

Figuratevi, la reazione: andò su tutte le furie!

E disse: “Boia d’una femmina, me l’hai fatta! Ah, ma me la pagherai!”

E infatti, sapete cosa fece? Sentite..

Si fece fabbricare un leone tutto d’oro, e grande quanto lui, salvo poi che al posto degli occhi, ci fece mettere due pezzi di vetro, in modo che dal di dentro, si poteva vedere tutto quello che succedeva di fuori.

Poi fece vestire un suo compare da mercante, aprì una fessura sotto la pancia del leone, vi si infilò dentro, e si fece caricare su un carrettino, e si fece trasportare fino al paese della moglie.

Girò per un bel po, finché finalmente arrivò sotto le finestre di quelle tre ragazze.

La più piccola, che stava al davanzale, s’innamorò perdutamente di quel leone d’oro, e volle a tutti i costi farselo comprare.

Comprato il leone, se lo portò in casa, se lo mise sul comò, e cominciò a osservarlo, e, a forza di esaminarlo, a un certo punto si accorse che dentro agli occhi del leone ce n’erano altri due che fissavano lei.

Allora, la scaltra ragazza, riconobbe immediatamente gli occhi del brigante, ma, senza dire niente a nessuno, andò ad avvertire la polizia, e quelli le fecero riempire di soppiatto la casa di sbirri.

Quando scattò la mezzanotte, dall’interno del leone si cominciò a sentire, ‘cric, cric ‘, poi, piano piano, si aprì da sotto la pancia uno sportellino, dal quale fuoriuscì il brigante.

Allora i poliziotti uscirono allo scoperto e l’agguantarono; gli misero le manette e lo portarono al fresco, e lì rimase detenuto fino a quando fu processato e giustiziato.

Allora, le tre sorelle tirarono un gran sospiro di sollievo: tornarono di nuovo a casa del brigante, fecero nuovamente piazza pulita di tutto quanto era rimasto, e da quel giorno, con il padre, fecero la vita da gran signore.

 

- Fiaberella
Condividi