La fiaba della bella figlia di Liu-Kung

In una delle province centrali dell’antico Impero della Cina, viveva un tempo un uomo di nome Chan. Era una persona di natura attiva e brillante che si godeva la vita e ciò lo rendeva popolare tra i compagni e un preferito tra tutti coloro che lo conoscevano. Ma era anche uno studioso, portato per la letteratura del suo paese, e trascorreva ogni momento libero nello studio dei grandi scritti di uomini famosi del passato.

Per essere interrotto il meno possibile nella sua ricerca della conoscenza, aveva affittato una stanza in un famoso monastero qualche miglio lontano da casa sua. Gli unici abitanti di questo monastero erano una dozzina di monaci buddisti che, a eccezione di quando erano intenti nei servizi quotidiani del tempio, vivevano un’esistenza tranquilla, monotona e pigra che si armonizzava bene con la solitudine e il silenzio maestoso dello scenario montano che li circondava.

Questo monastero era in verità uno dei più belli della Cina. Era situato sul fianco di una collina e guardava dall’alto una deliziosa vallata, dove la solitudine naturale era tanto completa quanto il più devoto eremita avrebbe potuto desiderare. Gli unici mezzi per raggiungerlo erano stretti sentieri di collina che i fedeli della grande città e degli sparuti villaggi percorrevano avanti e indietro nei giorni festivi, quando arrivavano in processione al tempio per fare le loro offerte al famoso Dio che vi era ospitato.

Chan era uno studente diligente e raramente indulgeva in ricreazioni di qualsiasi tipo. Occasionalmente, quando la sua mente diveniva oppressa dallo studio eccessivo, se ne andava a fare una tranquilla camminata sul fianco della collina, ma queste occasioni erano poche e molto distanziate tra loro, perché per ogni ora che passava lontano dai suoi amati libri, vi si applicava ancora di più nelle ore che seguivano.

Un giorno stava passeggiando senza meta sulla collina, quando improvvisamente avvistò un gruppo di cacciatori della vicina città dell’Eterna Primavera. Erano allegri e pieni di eccitazione, perché avevano appena avvistato una volpe che Chan aveva intravisto un attimo prima fuggire via alla massima velocità per il terrore mortale dei suoi inseguitori.

Tra i cacciatori spiccava una giovane ragazza che montava un piccolo e focoso destriero, così pieno di spirito e così desideroso di proseguire l’inseguimento della preda che la cavallerizza aveva qualche difficoltà nel trattenerlo. La ragazza stessa era una visione perfetta. Il suo viso era il più delizioso che Chan avesse mai guardato e la sua figura, che la finitura del vestito da caccia mostrava perfettamente, era graziosa all’estremo. Quando lo sorpassò col viso rapito dall’eccitazione e raggiante di salute, Chan sentì subito di aver perso il proprio cuore per lei e di essersi profondamente innamorato.

Facendo ricerche, scoprì che la ragazza si chiamava Willow, che era la figlia di Liu-Kung, il capo mandarino della città in cui viveva, e che era molto appassionata della caccia e amava galoppare sulle colline e nelle valli all’inseguimento degli animali selvatici che vi si potevano trovare. La mente di Chan era stata così potentemente toccata da ciò che aveva visto in Willow da aver già iniziato ad avere seri pensieri di farne la propria moglie. Ma mentre la sua mente si perdeva in queste deliziose prospettive, fu gettato nel più profondo dolore nel sentire della sua improvvisa morte. Per alcuni giorni fu tanto colpito dalla sofferenza che perse interesse alla vita e non poté fare altro che soffermarsi sulla memoria di colei che l’aveva fatto innamorare con tutta la devozione del suo cuore.

Alcune settimane dopo la notizia della sua morte, la tranquillità del ritiro fu spezzata da un’imponente processione che si snodò lungo il sentiero della montagna verso le porte del monastero. Nel guardare fuori, Chan vide che molti degli uomini in questa processione erano vestiti con tela di sacco e che davanti a loro vi era una banda di musici che producevano strane, stridule note con i loro diversi strumenti.

Da questi segni, Chan seppe che ciò che aveva visto era un funerale e si aspettò che la lunga fila di partecipanti passasse al luogo sul fianco della collina dove il morto sarebbe stato sepolto. Invece, essi attraversarono i grandi cancelli del monastero e la bara, il drappo rosso della quale gli disse che conteneva il corpo di una donna, fu trasportata in una stanza interna dell’edificio e posata su cavalletti che erano stati appronti per sostenerla.

Dopo che i partecipanti si furono dispersi, Chan chiese a uno dei monaci il nome della donna che era morta e per quale ragione la bara fosse stata esposta entro i confini del tempio invece che nella casa della defunta, dove sarebbe stata custodita dai parenti e dove gli usuali sacrifici allo spirito del morto sarebbero stati offerti più convenientemente rispetto al monastero.

Il bonzo rispose che quello era un caso particolare che richiedeva un trattamento speciale.

– Il padre della giovane ragazza che è morta così improvvisamente – gli disse – era il mandarino della vicina città dell’Eterna Primavera. Poco dopo la morte della figlia è giunto un ordine dell’Imperatore che lo ha trasferito in un altro distretto, mille miglia da qui.

– Il comando era molto urgente e lui ha dovuto obbedire senza rinvii per prendere posto nella lontana provincia, e nulla avrebbe potuto trattenerlo dal farlo. Non poteva portare il corpo della figlia con lui in un così lungo viaggio e non aveva il tempo per portare la bara a casa, dove la ragazza sarebbe stata sepolta tra la sua famiglia. Gli era altrettanto impossibile depositare la bara nel palazzo che stava per lasciare, perché il nuovo mandarino che sarebbe presto arrivato, avrebbe certamente obiettato nell’avere il corpo di un’estranea così vicino alla sua famiglia. Avrebbe potuto portargli sfortuna e la sua carriera come funzionario avrebbe potuto finire in disastro.

– Fu perciò chiesto il permesso al nostro abate di poter posizionare la bara in una delle nostre stanze vuote, finché il padre in futuro verrà a riprendere il corpo dell’amata figlia per portarlo alla casa dei suoi antenati, dove riposerà tra la sua gente.

– La richiesta fu prontamente accettata, in quanto quando il mandarino era in carica ci fece diversi favori, e sua figlia era una bella ragazza amata da tutti. E così fummo felici di fare qualsiasi cosa in nostro potere per aiutarlo in questa infelice faccenda.

Chan fu profondamente scosso quando realizzò che la donna che aveva amato più della propria vita, giaceva in una camera solo pochi passi distante dalla sua. La sua passione, invece di essere spazzata via dal pensiero che lei fosse totalmente fuori dalla sua portata e che non vi fosse altra possibilità che ricordarla com’era stata, sembrò crescere in intensità quando divenne cosciente che era assolutamente senza speranza.

Quella stessa sera, verso mezzanotte, quando il silenzio dominava il monastero e i monaci dormivano, Chan, con una candela accesa in mano, camminò con passi silenziosi fino alla camera mortuaria dove giaceva la sua amata. Dopo essersi inginocchiato davanti alla bara col cuore pieno di emozione, con parole tremanti chiamò Willow per farle ascoltare la storia della sua passione.

Le parlò come se fossero faccia a faccia e le disse come si fosse innamorato di lei il giorno in cui l’aveva vista galoppare all’inseguimento della volpe in fuga per la valle, inseguita dai cacciatori. Aveva programmato di dirglielo per farne sua moglie e descrisse, in toni in cui le lacrime potevano essere udite cadere, come fosse stato distrutto dal venire a conoscenza della sua morte.

– Ti voglio vedere – proseguì. – perché sento che non posso vivere senza di te. Sei così vicina a me, eppure così lontana! Non puoi tornare dalla Terra delle Ombre, dove sei ora, e confortarmi con la visione del tuo viso e col suono della tua voce che riempirebbe la mia anima come la più dolce delle melodie?

Per molti mesi il conforto della vita di Chan fu la visita notturna alla camera dove riposava la sua amata. Non una sola notte passò senza che egli si recasse da lei per dichiararle il suo inalterato e innegabile affetto che riempiva il suo cuore. E mentre il tempio riposava nell’oscurità e i soli suoni udibili erano quelli in cui la natura sembra indulgere quando l’uomo è rimosso dalla scena a causa del sonno, Chan pronunciava quelle parole d’amore che erano state presenti così profondamente nella sua anima, ma che ora bruciavano nella desolazione del suo cuore, lenendo il suo dolore semplicemente esprimendole.

Una notte, quando sedeva studiando i suoi libri, gli accadde di voltarsi e fu sorpreso di vedere la figura di una giovane donna in piedi appena dentro la sua stanza. Sembrava umana, eppure era tanto eterea da avere l’apparenza di uno spirito dell’altro mondo. Quando guardò la ragazza con sguardo interrogativo, un sorriso si accese sul suo bel volto e così Chan scoprì con grande gioia che non era altri che Willow, il suo amore perduto che aveva disperato di poter nuovamente vedere.

Col viso illuminato dal sorriso, lei si sedette vicino a lui e timidamente disse: – Sono qui stasera in risposta al tuo grande amore che non è mai diminuito dal giorno della mia morte. È il magnete che ha avuto il potere di trarmi dalla Terra delle Ombre. Lo sentivo quando ero là e molti ne parlavano in quel paese senza sole. Persino Yam-lo, il signore degli spiriti di quel tetro mondo, è stato commosso da tanta immutata devozione; lo è stato così tanto da darmi il permesso di venire a trovarti, così che ti possa dire quanto il mio cuore sia toccato dal profondo affetto che hai mostrato per tutti questi mesi duranti i quali non avevi alcuna speranza di ricevere conforto.

Per molti mesi questo dolce rapporto tra Chan e la sua amata Willow continuò e nessuno nel monastero ne seppe nulla. Gli incontri ebbero sempre luogo verso mezzanotte e Willow, che pareva passare liberamente attraverso porte chiuse o le più robuste mura, svaniva immancabilmente alle prime ore del mattino.

Una sera, mentre conversavano su argomenti graditi a entrambi, Willow aprì il suo cuore a Chan e gli disse quanto fosse infelice nel modo degli spiriti.

– Tu sai – gli disse – che prima di morire non ero sposata e così sono solo uno spirito errante senza un luogo dove riposare e nessun amico da cui recarmi. Viaggio dappertutto, sentendo che nessuno si cura di me e che non c’è alcun legame con un qualunque luogo o cosa particolare. Per una giovane ragazza come me, è uno stato di cose molto triste e doloroso.

– C’è un altro fatto che si somma al mio dolore nella Terra delle Ombre – continuò a dire, con uno sguardo triste sul suo volto delizioso. – Amavo molto cacciare quando ero nella casa di mio padre e molti animali selvatici furono uccisi nelle spedizioni di caccia a cui presi attivamente parte. Ciò mi si ritorce contro nel mondo in cui vivo ora e per la parte che ebbi nel distruggere quelle vite ora soffro dolori e castighi che sono duri da sopportare per me.

– I miei peccati sono stati grandi – disse – e così vorrei fare speciali sacrifici in questo tempio alla Dea della Misericordia e implorarla di mandare nell’altro mondo a Yam-lo un buon resoconto su di me, e intercedere presso di lui per perdonare i peccati di cui sono colpevole. Se farai questo per me, prometto che quando rinascerò in questo mondo non ti dimenticherò mai e se vorrai aspettarmi, diventerò tua moglie e ti servirò con la massima devozione di cui il mio cuore sarà capace, finché il Cielo ci permetterà di vivere insieme come marito e moglie.

Da quella volta, con grande sorpresa dei monaci del monastero, Chan iniziò a mostrare un insolito entusiasmo per il servizio alla Dea e a volte passava ore davanti alla sua immagine e ripeteva lunghe preghiere a lei rivolte. Ciò era maggiormente rimarchevole in quanto lo studioso aveva raramente, se non mai, mostrato il desiderio di avere qualcosa a che fare con i numerosi dei che erano custoditi nelle teche in varie parti del tempio.

Dopo alcuni mesi di questo appello alla Dea della Misericordia, Willow lo informò che le sue preghiere avevano avuto tanto successo che la miseria della sua condizione nella Terra delle Ombre era stata grandemente mitigata. Le suppliche della Dea nei confronti di Yam-lo avevano influenzato tanto il suo cuore in favore di Willow che lei credette che il suo grande peccato per la distruzione della vita animale fosse stato perdonato e che ci fossero segni che il temuto sovrano degli Inferi ormai la guardasse con riguardo.

Chan fu deliziato da queste notizie e le sue preghiere e sacrifici divennero ancora più frequenti e ferventi. Non si sognava nemmeno che la sua devozione alla Dea sarebbe stata la causa della sua veloce separazione da Willow, ma così fu. Una sera, lei giunse come al solito per vederlo, ma invece che entrare con faccia sorridente e la felicità negli occhi, piangeva amaramente come se fosse nella più profonda disperazione.

Chan fu assalito da grande angoscia quando la vide e le chiese di spiegargli le ragioni delle sue pene.

– La ragione delle mie lacrime – disse lei – è che dopo questa sera non ti potrò più vedere. Le tue richieste alla Dea hanno avuto un tale effetto sulla sua mente che lei ha usato la propria influenza su Yam-lo per indurlo a liberarmi dalla miseria della Terra delle Ombre e farmi rinascere a nuova vita nel mondo.

Nel pronunciare queste parole, le sue lacrime cominciarono nuovamente a scorrere e tutto il suo fisico fu scosso dai singhiozzi.

– Sono felice – disse ancora – che rinascerò e vivrò nuovamente tra gli uomini, ma non posso sopportare di essere separata da te così a lungo. Non ci rattristiamo troppo, comunque. È il nostro destino e non possiamo ribellarci. Yam-lo è stato più gentile con me di quanto lo sia stato con chiunque altro in passato, poiché mi ha rivelato la famiglia in cui nascerò e il luogo dove essi vivono, così se verrai tra diciotto anni, mi troverai ad aspettarti. Il tuo amore è stato tanto grande da pervadere la mia anima e non c’è nulla che lo potrà cancellare dal mio cuore. Potrebbero avvenire mille rinascite, ma non amerò mai nessuno come amo te.

Chan dichiarò di essere grandemente confortato dalla sua dichiarazione d’amore, ma ciononostante si sentiva disperato nel pensare al futuro.

– La prossima volta che ti vedrò – le disse con un sospiro – sarò diventato così vecchio che tu, una giovane ragazza nel fiore degli anni, non ti curerai nemmeno di guardarmi. I miei capelli saranno diventati grigi e il mio viso sarà coperto di rughe, e nella rinascita tu avrai dimenticato tutto ciò che è accaduto nella Terra delle Ombre. E il ricordo di me sarà scomparso dal tuo cuore per sempre.

Willow guardò con occhi amorevoli e tristi il suo amato, mentre lui esprimeva la sua preoccupazione per il futuro, ma lo rassicurò prontamente che niente al mondo l’avrebbe portata a smettere di ricordarlo col più tenero affetto.

– Per confortati – gli disse – lascia che ti dica due cose che il temibile Yam-lo, grazie alla considerazione che ha per il tuo amore nei miei confronti, mi ha concesso. Due cose che non ha mai donato a nessun mortale che fosse giunto nelle regioni sotto il suo dominio. La prima è che mi ha permesso di visionare il Libro della Vita e della Morte, in cui è scritta la storia di ogni essere umano, coi tempi delle loro rinascite e il luogo in cui nasceranno. Voglio che tu scriva immediatamente il segreto che mi è stato rivelato, col nuovo nome della mia famiglia e mio, e il luogo dove risiederò, cosicché non avrai difficoltà nel trovarmi, quando saranno trascorsi diciotto anni e verrai per reclamarmi come tua moglie.

– L’altra è un dono così prezioso che non ho parole per esprimergli la mia gratitudine per avermelo concesso. È questo: mi è stato permesso di non dimenticare ciò che è successo durante la mia permanenza nella Terra delle Ombre, così quando rinascerò in un’altra parte della Cina, con un nuovo padre e una nuova madre, conserverò memoria di te. Gli anni passeranno velocemente, ti attenderò, e questo stesso giorno, diciotto anni da ora, sarà il più felice della mia vita, perché ti riporterà da me per non separarci mai più.

– Ma mi devo sbrigare – esclamò frettolosamente – perché il fato si sta muovendo incessantemente verso di me. Entro pochi minuti, i cancelli dell’Ade saranno richiusi dietro di me e Willow scomparirà e sarò nuovamente una bambina con l’intera vita davanti a me. Ho solo un minuto ancora, ma ho così tanto da dire. Addio! Non dimenticarmi mai! Ti ricorderò per sempre, ma il mio tempo ora è giunto!

Appena esclamate queste parole, un sorriso di ineffabile dolcezza illuminò il suo bel viso e infine lei scomparve.

Chan divenne incredibilmente triste per la perdita subita con la rinascita di Willow e per dimenticare il suo dolore si gettò anima e corpo nei suoi studi. I libri divennero i suoi soli compagni e trovò in loro un conforto alla solitudine che lo accompagnava da quando le visite di Willow erano cessate. Divenne anche un diligente adoratore degli idoli, specialmente della Dea della Misericordia, che aveva giocato una parte tanto importante nella storia della sua amata Willow.

Gli anni trascorsero lentamente e Chan cominciò a sentirsi vecchio. I suoi capelli divennero striati d’argento e le rughe comparvero sulla fronte e sotto i suoi occhi. Lo sforzo di attendere una donna che aveva preso completo possesso del suo cuore divenne troppo per lui. Inoltre, quando il tempo dell’incontro con lei si avvicinò, una paura grande e profonda cominciò a colmarlo d’ansietà. L’avrebbe riconosciuto? E sarebbe stata contenta, lei, una giovane ragazza diciottenne, di accettare come marito un uomo così avanti negli anni com’era lui ora? Queste domande gli attraversavano di continuo la mente.

Alla fine, solo pochi mesi erano rimasti prima che si mettesse in viaggio per la distante provincia dove Yam-lo aveva deciso che Willow ricominciasse la sua nuova vita sulla terra.

Una sera era seduto nel suo studio, incupito da quel grande problema che sarebbe infine stato risolto dopo lungo tempo, quando un uomo vestito in nero entrò silenziosamente nella stanza. Guardando Chan con un sorriso gentile che sembrò trovare istantaneamente la strada giusta per arrivare al suo cuore, lo informò di essere una creatura fatata del Cielo Occidentale e di essere stato specificamente incaricato dai governanti di quel luogo di fornirgli tutta l’assistenza possibile per quella particolare crisi, quando essi avevano saputo che il suo cuore era tanto pieno d’ansietà.

– Noi tutti abbiamo sentito in quella terra fatata – continuò – della devozione che hai mostrato per Willow e come durante tutti questi anni che sono trascorsi da quando l’hai vista per l’ultima volta, il tuo amore per lei non sia mai diminuito. Tale affetto è raro tra i mortali e agli abitanti della terra fatata piacerebbe aiutare a ricongiungere due cuori tanto legati; perciò lascia che ti assicuri che per quanto tu sia ansioso di rivederla nuovamente, lei da parte sua è altrettanto profondamente innamorata di te e sta contando i giorni che mancano prima che possa rivederti e non siate più separati. Per assisterti nella felice realizzazione di questo desiderio, voglio portarti con me in un breve viaggio. Ci vorranno solo poche ore e poi scoprirai che qualcosa avrà rimosso tutti i tuoi timori su come sarai ricevuto da Willow.

La creatura fatata condusse quindi Chan alla porta e con la mano indicò il cielo. Istantaneamente si udì il suono di ali battute e fruscianti, e in un momento una splendida aquila atterrò con grazia ai loro piedi. Preso posto sulla sua schiena, i due si ritrovarono a volare alla velocità del fulmine attraverso l’oscurità della notte. Salirono sempre più in alto, finché non ebbero oltrepassato le masse di nubi che si libravano nel cielo. Veloce come una freccia, l’aquila continuò ancora all’insù finché le nuvole scomparvero a una distanza infinita sotto di loro. E ancora più in alto, furono condotti nel magnifico silenzio di una distesa in cui nessun essere umano aveva mai viaggiato prima.

Chan sentì il proprio cuore pulsare di nervosismo che non era in grado di controllare. Cosa sarebbe successo se l’uccello si fosse stancato, pensò, e li avesse fatti cadere nel sottostante abisso smisurato? La sua vita sarebbe arrivata a una tragica fine. Dove, inoltre, li stava portando e come sarebbe mai stato capace di ritornare alla sua casa lontana sulla terra? Stava diventando sempre più agitato quando l’essere fatato prese una delle sue mani e con una voce subito tranquillizzante alle sue orecchie, gli assicurò che non c’era il minimo pericolo in quel viaggio in aria.

– Qui siamo al sicuro – lo confortò – come se fossimo in piedi su una montagna le cui radici giacessero miglia sotto la superficie della terra. E guarda – continuò, indicando qualcosa di distante – arriveremo alla nostra destinazione nel giro di pochi secondi.

In effetti, aveva appena finito di parlare quando un luogo, più bello di quanto Chan avesse visto sulla terra o addirittura immaginato, apparve improvvisamente davanti a loro; e prima che potesse riaversi dalla sorpresa, l’aquila era atterrata sulle sue spiagge e ad ali distese torreggiava sul mistero delle terre sconosciute davanti a loro.

L’essere fatato condusse Chan su una strada circondata da bellezze stupefacenti. Fiori rari, alberi aggraziati e uccelli che facevano risuonare il bosco con la più dolce delle musiche, occuparono la sua mente con un continuo stato di delizia. Dopo un po’ arrivarono davanti a un magnifico palazzo, così grande e vasto che Chan si sentì spaventato al pensiero di attraversare le sue porte o persino di incamminarsi sulla via che vi conduceva.

Ancora una volta il suo compagno alleviò l’ansietà di Chan assicurandogli di essere un ospite atteso e che la regina del paese fatato lo aveva inviato sulla terra specificamente per invitarlo a farle visita, cosicché lei potesse concedergli la sua benedizione che avrebbe arricchito la sua intera vita e gli avrebbe permesso di trascorrere molti anni felici con colei che aveva amato con tanta devozione.

Chan fu introdotto in una grande sala delle udienze, dove incontrò un’imponente dama, col viso pieno di benevolenza, che riconobbe subito, dalle immagini che aveva spesso pregato, come la Dea della Misericordia. Fu sbigottito quando scoprì in presenza di quale augusta personalità si trovava e cominciò a tremare per l’eccitazione quando realizzò di avere davanti il personaggio la cui immagine era adorata da milioni di persone in Cina e la cui influenza si spingeva fin nella Terra delle Ombre.

Vedendo l’umiltà di Chan e l’evidente terrore che aveva di lei, la Dea gli parlò con voce amorevole e gentile, e gli disse di non aver timore, perché l’aveva convocato alla sua presenza non per rimproverarlo, ma per confortarlo.

– Conosco la tua storia – gli disse – e penso che sia bella. Prima che fossi innalzata all’alta posizione che ora occupo, un tempo ero una donna come Willow e posso comprendere la sua devozione per te a causa del bell’amore che le hai dimostrato dal primo momento in cui l’hai vista.

– Conosco, anche, la tua ansietà per la tua età e i tuoi timori che l’amore di Willow, vedendoti con i segni della vecchiaia su di te, possa sparire e ti lasci col cuore infranto e disperato. Avevo previsto questa difficoltà e provvederò a rimuoverla.

– La creatura fatata che ti ha portato qui – proseguì – ti condurrà attraverso la tenuta del palazzo e se esaudirai i miei desideri, i timori che ti hanno assillato per anni scompariranno completamente. Poi incontrerai Willow con cuore leggero come se fossi un uomo nel fiore della gioventù che aspetta l’arrivo del carro nuziale che conduce la futura moglie alla propria casa.

Subito Chan, senza esitazione, seguì la sua guida attraverso la spaziosa tenuta che circondava il palazzo e infine fu condotto sulle sponde di un bel lago cinto da alberi, felci e rari e profumati fiori. Era la scena più squisita su cui si fosse posata la sua vista.

Con uno sguardo gentile verso il proprio compagno, l’essere fatato disse: – Questo bel specchio d’acqua è conosciuto come “Fontana dell’Eterna Giovinezza” ed è espresso desiderio della Dea che tu ti ci bagni.

Svestitosi velocemente, Chan vi si tuffò e per un istante andò sotto la superficie delle acque. Subito dopo essere riemerso, una deliziosa sensazione di rinata forza sembrò sprizzare da ogni poro del suo corpo. Il peso dell’età che avanzava scomparve e gli anni della giovinezza parvero essere tornati di nuovo. Si sentì come se fosse tornato ancora un giovane uomo; gli stancanti dubbi che per diversi anni avevano appesantito i suoi passi, se ne erano andati col primo tuffo in quelle acque profumate.

Uscì dalla “Fontana dell’Eterna Giovinezza” con le visioni e le ambizioni della sua giovane virilità che gli attraversavano la mente. Le sue forze, che gli erano ultimamente sembrate spente e fiacche, avevano recuperato l’impeto che gli avevano consentito in gioventù di superare diversi severi esami. Anche i suoi pensieri su Willow erano completamente cambiati e invece di temere il giorno in cui si sarebbe trovato davanti a lei, ora il suo appassionato desiderio era di iniziare il viaggio per incontrarla.

Chan e l’essere fatato procedettero quindi verso un’area smisurata che confinava col palazzo della Dea e vi trovarono un magnifico drago in attesa di ricondurli indietro sulla terra. Non appena ebbero preso posto sulla sua schiena, esso volò con la velocità del vento attraverso gli spazi incontaminati dell’aria, finché le montagne apparvero ombrose e cupe a distanza, e con una corsa finale Chan si trovò a terra e in sicurezza davanti alla porta del tempio da cui era iniziato il suo incredibile viaggio verso il Cielo Occidentale.

Mentre questi avvenimenti eccezionali avvenivano, Willow, o meglio Perla Preziosa, come l’avevano chiamata i suoi nuovi genitori, che naturalmente non conoscevano la sua storia precedente, era cresciuta fino a diventare una donna bellissima e affascinante.

Durante tutti quegli anni, non aveva mai cessato di attendere con ansia il giorno in cui avrebbe rincontrato l’uomo a cui si era promessa diciotto anni prima. Ultimamente aveva iniziato a contare i giorni che dovevano trascorrere prima che lo potesse vedere di nuovo. Non aveva mai dimenticato la notte nel tempio in cui aveva pronunciato il suo “Arrivederci” giusto prima di rinascere in questo mondo. Il giorno e l’ora erano stampati nella sua mente e da allora gli anni erano sembrati camminare con piedi di piombo, tanto lenti erano stati a trascorrere. Ma ora rimanevano solo pochi mesi e nessun dubbio le passò per la mente che Chan la potesse deludere.

Poco prima, sua madre aveva ricevuto un’offerta di matrimonio per lei da una famiglia molto ricca e distinta, e contrariamente alle usuali consuetudini delle madri in Cina, aveva chiesto alla figlia cosa pensasse della proposta. Perla si era angosciata oltre misura e aveva pregato e implorato sua madre di non toccare quell’argomento mai più, poiché lei non avrebbe mai accettato delle proposte di quel genere.

Stupefatta di quell’affermazione, sua madre le aveva chiesto di spiegarle quello strano punto di vista. – Le ragazze della tua età – le disse – solitamente sono fidanzate e pensano di avere la propria casa. Questa è un’usanza universale in tutto l’Impero e perciò ci deve essere una seria ragione perché tu non mi permetta di fare accordi affinché tu sia legata a qualche famiglia rispettabile.

Perla ritenne che fosse giunto il tempo in cui dovesse rivelare il segreto del suo amore e considerò che fosse la giusta opportunità per farlo. Con meraviglia della madre, che credette per un momento che se la stesse inventando, le raccontò l’intera storia del suo passato; come Chan si fosse innamorato di lei e come poi lei fosse morta e finita sotto il controllo di Yam-lo nella Terra delle Ombre e che quel temuto signore avesse permesso al suo spirito di visitare il suo amato nel tempio dove giaceva il suo corpo finché un buon luogo di riposo per esso non fosse stato trovato sulla collina. Spiegò anche come si fossero accordati che lo aspettasse per diciotto anni, età in cui sarebbe stata abbastanza grande per divenire sua moglie. – Tra pochi mesi giungerà quel tempo. – concluse – e perciò ti supplico di non parlare del mio fidanzamento con altri, perché sento che se fossi costretta a sposare qualcun altro al posto di Chan, ne morirei.

La madre fu colpita da questa storia meravigliosa che la figlia le aveva raccontato. Poté solo immaginare che Perla fosse stata in qualche modo stregata e che fosse sotto un incantesimo che la legava a qualche eroe, al quale lei credeva di essere fidanzata. Tuttavia, sua figlia era sempre stata molto amorevole e devota con lei, e aveva mostrato più intelligenza e abilità rispetto alle ragazze cinesi della sua età. Sua madre, perciò, non volle rimproverarla per quelle che considerò idee ridicole, così decise di provare un altro piano per curare la sua follia.

– Che età aveva questo Chan – le chiese – quando lo hai incontrato?

– Aveva appena trent’anni – replicò Perla. – Era di buona famiglia e un buon studioso che si era distinto per la sua conoscenza dell’antica letteratura cinese.

– Oh, allora deve essere ormai vicino ai cinquant’anni! Che bel compagno sarebbe per te, una giovane ragazza di appena diciott’anni! Ma chissà come sarà cambiato dall’ultima volta che l’hai visto. I suoi capelli saranno ormai grigi e i suoi denti saranno caduti. E per quel che ne sai, potrebbe essere morto e sepolto da così tanto tempo da non esserci più nemmeno le ossa e da non essere rimasto di lui nient’altro che l’urna funeraria che contiene le sue ceneri.

– Prego che nulla di ciò che dici sia accaduto – pianse Perla, con un tono di voce che mostrò l’angoscia che provava. – Non pensiamoci per qualche mese e quando verrà per me, perché so che lo farà, vedrai personalmente che splendido uomo è e che è degno di diventare tuo genero.

Il giorno in cui ci si era accordati per il romantico incontro diciotto anni prima, Chan arrivò in città e dopo avere preso una stanza in una locanda e aver fatto ricerche, si diresse verso la casa dove credeva che Willow risiedesse. Al suo arrivo, comunque, gli fu detto sgarbatamente da un servo che nessuna persona che somigliasse a Willow abitava là e che gli stranieri non erano graditi intorno alla casa. In verità, gli fu chiaramente fatto capire che prima se ne fosse andato, meglio sarebbe stato per tutti. Questo trattamento faceva naturalmente parte di un piano architettato dai genitori di Perla per frustrare qualsiasi tentativo di Chan per vederla. Essi erano determinati a non dare la propria figlia a un uomo tanto vecchio e perciò avevano deciso che l’incontro tra i due dovesse essere evitato a qualunque costo.

Chan fu grandemente addolorato dal secco rifiuto ricevuto. Forse Willow si era sbagliata, dopo tutto, quando diciotto anni prima gli aveva dato il nome della città della sua nuova casa? Lui aveva scritto attentamente sotto dettatura e si era impresso nella mente quel nome dopo tutti quegli anni. No, non ci poteva essere stato alcun errore su quel punto. Se ce n’era stato qualcuno, allora doveva essere stato fatto di proposito da Yam-lo per ingannarli entrambi. Quell’idea, a ogni modo, era impensabile, e perciò doveva esserci un’altra spiegazione per il fatto di non aver trovato Willow come si era aspettato. Subito domandò alla locanda in cui risiedeva e scoprì che c’era una ragazza alla casa dove si era recato e che quasi tutti i particolari che gli diedero di lei corrispondevano alla sua amata Willow.

Nel frattempo, la povera Perla era caduta in uno stato di grande ansietà. Il giorno ricco di eventi in cui avrebbe dovuto incontrare il suo amato si era aperto per lei con la forte aspettativa di incontrarlo dopo la loro lunga e romantica separazione. Non aveva mai dubitato per un istante che avrebbe mantenuto il suo impegno con lei. Un istinto che non poteva spiegare la faceva sentire certa che fosse ancora vivo e che niente al mondo l’avrebbe trattenuto dall’incontrarla, come si erano promessi prima di separarsi al tempio diciotto anni prima.

Col trascorrere del giorno, comunque, e senza alcun segno di Chan, l’angoscia di Perla divenne eccessiva e quando giunse la notte e sua madre dichiarò che di lui non si era vista traccia, lei fu così colpita dalla disperazione da perdere coscienza ed essere poi portata a letto, dove giacque in una specie di trance da cui, per qualche tempo, fu impossibile risvegliarla.

Quando alla fine si riebbe, sua madre provò a confortarla dicendole che forse Chan era davvero morto o che l’aveva dimenticata nel corso degli anni e che perciò non doveva addolorarsi tanto. – Sei una ragazza giovane – le disse – e hai una lunga vita davanti a te. Chan è un vecchio, ormai. Senza alcun dubbio si è sposato da molto e la famiglia che si è creato lo ha fatto dimenticare di te. Ma non te ne devi disperare. Ci sono molti altri uomini che sarebbero più adatti per te di quanto potrebbe mai essere lui. Tra poco combineremo un matrimonio per te e poi la vita ti apparirà molto differente da com’è ora.

Invece di esserne confortata, Perla fu ancora più angosciata dalle parole della madre. Il suo amore, che era iniziato nella Terra delle Ombre, e che era cresciuto nel suo cuore per gli ultimi diciotto anni, non poteva essere messo facilmente da parte da argomenti come quelli che aveva appena ascoltato. Il risultato fu che ebbe una ricaduta e per molti giorni la sua vita fu in grande pericolo.

Il padre e la madre, temendo ora che la figlia sarebbe morta, decisero, poiché pareva non esserci altro rimedio, di portare Chan a casa e vedere se la sua presenza avrebbe liberato Perla dal pericolo in cui il dottore aveva dichiarato si trovasse.

Di conseguenza, il padre si recò alla locanda dove sapeva risiedere Chan e, con sua immensa sorpresa, lo scoprì essere un giovane uomo di venticinque anni, molto ammodo e in possesso di un’intelligenza fuori dal comune. Per qualche tempo si rifiutò di credere che quel giovane fosse veramente l’uomo di cui Perla era profondamente innamorata e solo quando Chan gli ebbe raccontato la romantica storia della sua vita si convinse di non essere stato ingannato. Alla fine, comunque, fu talmente preso da Chan che decise di fare tutto quanto fosse in suo potere affinché si concludesse il suo matrimonio con la figlia.

– Vieni subito con me – gli disse – e vediamo se la tua presenza farà più di quanto i migliori dottori della città sono stati capaci di fare. Perla è stata così angosciata nel non vederti che ora è seriamente malata e abbiamo paura che muoia di crepacuore.

Quando arrivarono alla casa, Chan fu condotto nella stanza della malata e la ragazza lo fissò in viso con uno sguardo di sbalordimento. – Mi sembra di non riconoscerti – gli disse con voce flebile. – Sei molto più giovane di Chan e sebbene ci sia qualcosa in te che me lo ricorda, non potrei dire che tu sia la stessa persona con cui il mio spirito si è legato diciotto anni fa nel monastero dove il mio corpo giaceva.

Chan cominciò a spiegare il mistero. – Per anni – disse – la mia mente è stata preoccupata dalla differenza d’età tra noi due. Temevo che quando mi avessi visto con i capelli grigi e con le rughe sul viso, il tuo amore avrebbe ricevuto un colpo e ti saresti pentita di esserti promessa a me. Nonostante non ti potessi più vedere, le mie preghiere continuarono a essere dirette alla Dea della Misericordia. Le aveva ascoltate per te, ricordi, quando eri nella Terra delle Ombre, e attraverso la sua intercessione Yam-lo aveva perdonato i tuoi peccati e ti aveva facilitato la vita in quell’oscuro paese.

– Ho continuato a pregarla sperando che in qualche modo sarebbe intervenuta per esaudire il desiderio del mio cuore e che quando al tempo dovuto ci fossimo incontrati ancora, ogni ostacolo al nostro reciproco amore sarebbe stato rimosso per sempre.

– Un giorno una creatura fatata venne nella stanza dove avevo spesso conversato col tuo spirito. Mi portò via con lui fino al Cielo Occidentale e mi condusse alla presenza della Dea della Misericordia. Lei mi diede indicazioni per bagnarmi nella “Fontana dell’Eterna Giovinezza” e io tornai giovane. È per questo che mi vedi ora con un viso ringiovanito, ma nel mio cuore l’amore per te non è cambiato e mai cambierà finché vivrò.

Nel raccontare quest’incantevole storia, uno sguardo di amore devoto si aprì sul volto di Perla. Gradualmente si riebbe e prima che lui avesse terminato di parlare, la debolezza e l’esaurimento che avevano minacciato la sua vita scomparvero. Le sue guance tornarono rosee e i suoi occhi neri come il carbone brillarono di fuochi nascosti.

Infine pianse: – Ora so che sei Chan. Sei tanto cambiato che la prima volta che ti ho visto ho avuto un tonfo al cuore, perché mi ero immaginata un uomo più vecchio e non avevo realizzato subito che tu fossi lo stesso Chan che mi aveva dimostrato così tanto amore negli anni passati.

– Non è che ti avrei amato meno se tu fossi stato più vecchio. Il mio cuore non avrebbe mai cambiato i suoi sentimenti. È stato solo un dubbio che mi ha fatto esitare, ma ora la mia felicità è grande, perché grazie alla bontà della Dea della Misericordia hai recuperato la tua gioventù. Non devo più temere che la differenza d’età tra noi porti nel prossimo futuro un’altra eterna separazione.

In pochi giorni, Perla ritornò completamente in salute. I suoi genitori, deliziati dalla svolta romantica che avevano preso le cose e molto compiaciuti dello stesso Chan, organizzarono il fidanzamento della propria figlia con lui e, dopo pochi mesi, la coppia innamorata fu unita in matrimonio. E così, dopo lunghi anni di attesa, fu compiuta la felice unione, in cui il Cielo, la Dea della Misericordia e persino il temuto Signore della Terra delle Ombre avevano avuto una parte. E per anni e anni la storia di Chan e sua moglie fu raccontata nella regione in cui vissero.

- Fiaberella
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